Il sito web del tabloid britannico Daily Mirror ha elencato alcune tra le più grandi bugie storiche che sono diventate, attraverso i secoli, conclamate verità. Ecco a voi una gustosa Top5, ma entriamo nel dettaglio:
5) Robin Hood e la Foresta di Sherwood
Robin Hood, il principe dei ladri che, secondo la tradizione (E secondo l’interminabile collezione di film, telefilm, fiction e cartoni animati a lui dedicati) viveva nella foresta di Sherwood, non avrebbe mai messo piedi nel celebre bosco della contea del Nottinghamshire. Il leggendario personaggio che rubava ai ricchi per donare ai poveri viveva invece nello Yorkshire e il mito sarebbe nato dopo la pubblicazione del romanzo Ivanhoe di Walter Scott.
4) Nerone e l’incendio di Roma
Non è vero neppure che Nerone suonasse la lira mentre Roma bruciava (Di un fuoco che lui stesso, si dice, avrebbe appiccato dolosamente). Oramai gli storici hanno potuto appurare che questa immagine iconografica dell’imperatore è falsa e, anzi, lo stesso sovrano quando si accorse dell’incendio aprì i suoi giardini per mettere in salvo la popolazione della città eterna.
3) Le Brioches di Maria Antonietta
Maria Antonietta non pronunciò mai la sprezzante frase «Non hanno pane, Che mangino brioches!» rivolta ai cittadini parigini che si lamentavano di non avere nulla da mangiare. Questo commento invece fu fatto dalla moglie di Luigi XIV, il Re Sole, ben cento anni prima e fu attribuito dai rivoluzionari a Maria Antonietta per dimostrare l’insensibilità della regina verso le sofferenze del popolo.
2) Newton e la mela
Anche la curiosa storia della mela che cadde in testa a Isaac Newton e che avrebbe ispirato la teoria della gravitazione universale al grande scienziato anglosassone è in realtà un mito. Sarebbe stato diffuso infatti, nel Settecento, dalla penna di Voltaire, che a sua volta l’avrebbe recuperato da un racconto della nipote di Newton, Catherine Conduitt. Secondo i più accreditati storici, si tratta di una storia inventata di sana pianta.
1) Mussolini e la puntualità ferroviaria
Secondo quanto ha stabilito una ricerca storiografica dello studioso Alexander Cockburn, a differenza di quanto ci ha tramandato la tradizione, non è vero che durante il fascismo i treni arrivassero sempre in orario. In realtà – secondo lo studio di Cockburn – i treni locali nell’epoca mussoliniana accumulavano spesso un ampio ritardo ma Mussolini, da abile stratega, impose ai giornali di non riportare queste notizie e di propagandare il mito della puntualità ferroviaria.
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