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Posts Tagged ‘cinema’

Sin dagli anni trenta registi e sceneggiatori si sono misurati con il tema, ma è soprattutto dagli anni Novanta che la mafia è stata al centro di decine di pellicole girate in tutto il mondo, più o meno convincenti. C’è chi l’ha fatto per denunciare, chi per impressionare lo spettatore, chi per far rivivere le storie di chi si è battuto nella lotta alla mafia, e chi semplicemente ha seguito la corrente; insomma, il materiale è vastissimo, questo è il meglio:

5) Gli Intoccabili di Brian De Palma

Brian De Palma al top, in una carriera costellata di alti e bassi. Il film, scritto da David Mamet, non è solo la storia del superpoliziotto Elliot Ness e dei suoi colleghi, ma anche, e soprattutto la storia della caduta del leggendario Al Capone, interpretato  da un De Niro all’apice della sgradevolezza terrena, forse non sarà la sia miglior caratterizzazione, ma è senz’altro godibile. The Untouchables è fondamentalmente la classica storia del bene contro il male, con i poliziotti buoni e giusti, una sorta di supereroi senza macchia anni ’30.

“I’ve become what I’ve beheld,” dice Ness (Kevin Costner), “And I’m convinced I’ve done good.” Nota a latere: la versione stilosa ed ultraviolenta di Sean Connery vinse l’oscar come migliore attore non protagonista.

4) Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese

Martin Scorsese mette in scena l’estasi e la caduta di Henry Hill nel suo film più famoso e più celebrato. Ray Liotta interpreta Hill, un ragazzo risucchiato nel vortice di glamour e costante pericolo rappresentato dalla vita criminale, fino a tradire i suoi “Ideali” e il suo credo, diventando un collaboratore di giustizia. Il film è indimenticabile più che altro per le caratterizzazioni dei personaggi e per la rappresentazione dettagliata dei meccanismi dell’universo criminale. Joe Pesci vincerà un’oscar per la  sua (Pazzesca) interpretazione di Tommy De Vito, Robert DeNiro è al top, Lorraine Bracco si guadagnerà con la sua interpretazione un posto nei Soprano’s….

Senza dubbio un film da podio, se non fosse per i primi 3..

3) Scarface di Howard Hawkes

Quando si dice l’Old School….Howard Hawkes dirige, nel 1932, questo classicissimo della mafia cinematografica, basato parzialmente sui fatti della vita di Al Capone. Il film, che per l’epoca era un concentrato di violenza insana e destabilizzante (Roba che Hostel oggi al confronto è un cartoon Disney), racconta la storia di Tony Camonte (Interpretato da Paul Muni), una guardia del corpo arrivista ed ambiziosa che soppianta il suo vecchio datore di lavoro nel cuore del crimine organizzato di Chicago. Il suo precario stato mentale e la sua vita impregnata di violenza non gli porteranno fortuna, fino alla sua tragica fine. Un film indimenticabile di uno dei più grandi registi della storia del cinema.

De Palma realizzerà nel 1983 un film ispirato alla pellicola di Hawks: il risultato sarà mediocre, e avrà il grande difetto di scatenare la costruzione smodata di ville TonyMontanesche nell’interland Casertano.

2) Il Giorno della Civetta di Damiano Damiani

Una denuncia feroce sull’impotenza del singolo nei confronti di un’organizzazione così radicata e potente nel tessuto sociale com’era, ed è a tutt’oggi Cosa Nostra; a nostro avviso il miglior film sulla mafia mai girato in Italia.

Basato sul romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, il film, ambientato nel 1961, racconta l’indagine condotta da parte dell’ufficiale dei carabinieri Bellodi (Interpretato da Francone Nero), su un omicidio mafioso avvenuto in un piccolo centro della Sicilia. L’inchiesta andrà avanti arrivando fino all’arresto dei colpevoli ma alla fine, grazie agli agganci politici di questi ultimi, i mafiosi torneranno liberi e Bellodi verrà trasferito. Un cast gigantesco (Il già citato Francone, la Cardinale, Lee J Cobb, un impressionante Tano Cimarosa), per un film massiccio, granitico. Da Ricordare: la scena del pranzo con i “Consigli” alla Cardinale, da brividi.

1) Il Padrino di Francis F. Coppola

Non c’è storia, forse sarà scontato, ma i primi due episodi della trilogia di Coppola sono il top. C’è chi dice siano i momenti più alti della storia del cinema, noi ci asteniamo al riguardo, ma senz’altro sono il meglio per quanto riguarda l’argomento “Mafia di celluloide”. Pacino, Brando, De Niro, cos’altro desiderare di più? Dal libro di Mario Puzo, forse la miglior rilettura cinematografica di un romanzo cartaceo (Stephen King escluso): l’epica applicata all’ambiente mafioso, una sequela interminabile di scene memorabili, dialoghi leggendari, è inutile andare oltre: il Padrino non si batte, a meno che non si stia parlando del terzo capitolo della saga.

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Fonte: Forbes

5) Immagina che

https://i0.wp.com/www.usccb.org/movies/images/ImagineThat2.jpgSe normalmente il faccione di Eddie Murphy, soprattutto negli USA, è sinonimo di incassi miliardari, questo non è proprio il caso di Imagine That, filmaccio per famiglie, il classico film i stile Eddy Murphy, questa volta con tematiche legate al mondo dellas finanza, i mondi fantastici e gli immancabili affetti familiari.

il film costò 55 milioni di dollari e ne ha guadagnò 23 al box office.

4) Grindhouse

https://i0.wp.com/ferdyonfilms.com/Grindhouse%20poster.jpgUn quarto posto inaspettato per il lavoro a quattro mani di Quentinone Tarantino e Robert Rodriguez, omaggio alle vecchie e zozze Grindhouse della loro infanzia. I due registi non seppero ripetere lo straordinario successo di “Dal tramonto all’alba“, film nato da un soggetto di Tarantino e girato da Rodriguez. La loro “Operazione nostalgia” fallì miseramente, sia in patria che all’estero, (Dove però la MIramax decise di distribuire il film in due parti distinte: Death Proof di Tarantino e Planet Terror di R.R, tagliando gli straordinari fake trailers…) tanto che il film (O i film) furono considerati universalmente un vero e proprio insuccesso commerciale. Costato 67 milioni di dollari, ne recuperò solo 25.

3) Stay

https://i0.wp.com/movies.apple.com/trailers/fox/stay/images2/stay-index-01.jpgEwan Mc Gregor e Naomi Watts: nomi che da soli dovrebbero garantire il successo di un film; beh, non sempre le cose vanno secondo le previsioni degli Studios. Diretta da Marc Foster (Lo stesso di Finding Neverland e Monter’s Ball) e scritta dallo stesso sceneggiatore di Troy, David Benioff, la pellicola narra la complicata storia di uno psichiatra che tenta in tutti i modi di aiutare un suo paziente ossessionato. Il film fu stroncato dalla critica e, sebbene fosse costato 30 milioni di dollari, riuscì a guadagnare al box office solo 8 milioni di dollari

2) The Express

https://i0.wp.com/blog.syracuse.com/orangefootball/2008/06/ErnieTheExpress.jpgDiretto da Gary Fleder e interpretato da Dennis Quaid, il film  racconta l’incredibile vita di Ernie Davis, il primo giocatore di colore a vincere il trofeo Heisman, premio assegnato annualmente al miglior giocatore universitario Statunitense di football. I produttori speravano di portare al cinema i tanti appassionati di football americano, negli USA e nel resto del mondo. Ma la scommessa fu persa, soprattutto considerata la scarsa attrattiva che tradizionalmente gli sport Americani hanno nei confronti del pubblico Europeo. Dei 50 milioni di dollari investiti, il film riuscì a recuperarne solo dieci perdendo il 75% del budget di produzione.

1) All The King’s Men

https://i0.wp.com/brandonfibbs.com/wp-content/uploads/2007/11/all-the-kings-men.jpgLa Sony scelse Sean Penn e Kate Winslet, due nomi non da poco sulla scena Hollywoodiana, per interpretare i protagonisti del suo film; Penn, secondo gli Studios, sarebbe stato l’ideale per interpretare la versione di celluloide di Huey Long, un populista radicale di stanza in Lousiana. James Gandolfini (Prossimo alla fine della sua avventura nei Sopranos) e Jude Law, furono aggiunti al cast, e Steven Zaillian, autore delle sceneggiature di capolavori come Shindler’s List e Blockbusters globali come Mission: Impossible fu incaricato della stesura cartacea e della direzione del film. Un colosso insomma.

Ma qualcosa sulla strada verso un successo scontato andò storto: le critiche del film furono atroci, e i risultati al box office, se possibile, ancora peggiori. Il film incassò 9 milioni di dollari, a fronte di una spesa di 55 milioni: giusto per darvi un’idea, l’84% del budget fu gettato nell’immondizia.

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https://i0.wp.com/www.telefilmzone.it/coffeeandtv/wp-content/themes/magazeen/cache/oscar1.jpg

5) Roberto Benigni per “La vita è Bella”

D’accordo il campanilismo, ma Benigni in questo (Ottimo) film è davvero pessimo, sarà l’influenza malefica della moglie-attrice?-cagna, sarà il ricordo del Benigni-mastrobestemmia degli esordi, ma Guido Orefice non ci convince, o quantomeno non abbastanza da meritare un oscar come miglior attore protagonista.

4)Russel Crowe per “Il Gladiatore”

Come impadronirsi di un Oscar mantenendo un’unica espressione del viso per 140 minuti abbondanti di film. La speranza per le vittime di paresi facciale sono vive più che mai: Russel Crowe regala speranza. Oscar per l’abilità nello squartare uomini e tigri, indistintamente.

3)Nicolas Cage per “Via da Las Vegas”

Nicolas Cage non è un attore, questo con il passare degli anni risulta sempre più evidente, ma il buon Dio gli ha donato altri talenti, quale ad esempio la parentela con Francis Ford Coppola. Via da Las Vegas è un brutto film, l’interpretazione di Cage è peggio.

2) Gwineth Paltrow per “Shakespeare in love”

Carina la ragazza, davvero carina, ma supponiamo che per vincere un Oscar sia necessario qualcos’altro….Gwyneth tra le altre cose ultimamente se ne è lamentata sostenendo che tale vittoria avrebbe danneggiato la sua carriera….

1) Marisa Tomei per “Mio cugino Vincenzo”

Il presentatore del premio, Jack Palance avrebbe, secondo la leggenda sbagliato a pronunciare il nome dell’attrice affettivamente da premiare (Vanessa Redgrave) leggendo il nominativo dell’ultima attrice in lista, Marisa Tomei per l’appunto. Secondo altri invece Palance avrebbe sbagliato il nome della vincitrice o perché troppo Ubriaco per formulare una frase di senso compiuto o perché innamorato segretamente della bella Marisa (N.d.r la donna che invecchia meglio della storia dell’umanità…). Dobbiamo la notizia a Steve Pond, che seguendo la cerimonia per la rivista Premiere, riportò il tutto nel suo libro The Big Show: High Times and Dirty Dealings Backstage at the Academy Awards. Scrisse infatti che i rappresentanti del PricewaterhouseCoopers avrebbero dovuto interrompere la cerimonia annunciando il nome della vera vincitrice, ma ciò (Inspiegabilmente) non avvenne mai, I rumors furono quietati con una nuova nomination per la Tomei con In the Bedroom nel 2001.

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Generational Movies Edition

Fonte: Kidzworld

E’ difficile fare un buon film, ma è ancora più difficile fare un buon remake; i peggiori? Ecco per voi una pratica classifica riarrangiata da Alt(R)a Fedeltà, i film in questione, data la fonte, sono in massima parte classici Giovanili.

#5. Dirty Dancing: Havana Nights

Lhttps://i0.wp.com/www.webwombat.com.au/entertainment/movies/images/havana-nights1.JPG’anno è il 1958. Una figlia di papà va in vacanza a Cuba. A cuba si sa, si balla. All’improvviso, dal nulla, appare Patrick Swayze (Ma non siamo a Cuba? Nel 1958?). I peggiori remake, così come i peggiori sequel, provano a riprodurre quanto di buono c’era nell’originale, fallendo miseramente. Bene, “Havana Nights” colpisce il bersaglio in pieno centro, la cosa migliore? Non c’è Jennifer Grey, nè “I’ve had the time of your life”, in compenso c’è Diego Luna, e una certa Romola Garai.

#4. The Next Karate Kid (Karate Kid IV)

Sarà ripetitivo, ma un regista deve averlo bene in mente: provare a fare un film, senza la star del film originale, ripercorrendo la storia dell’originale, senza nulla di nuovo, non funziona, non ha mai funzionato. Questo film non fa eccezione, Hilary Swank vincerà 2 Oscar, ma qui non c’entra niente nel ruolo di Julie-san, un maschiaccio con problemi di rabbia repressa, volete mettere Ralph Macchio? Insomma una raccolta di clichè sulle arti marziali senza capo né coda, scena madre? I monaci che giocano a bowling bendati….

#3. Son of the Mask (The Mask 2)

nve00002ie1.pngDa dove cominciare? The Mask era il film-contenitore perfetto per le smorfie e la fisicità di Jim Carrey, oltre che la prima apparizione (E che apparizione!) mainstream di una certa Cameron Diaz. Sfortunatamente (Chi l’avrebbe mai detto!) Jamie Kennedy non è Jim Carrey, e the Mask 2 naufraga in un mare di noia. L’unico personaggio decente è il cane e in generale questo sequel pensoso è la prova fatta film che gli effetti speciali non possono supplier alla mancanza totale di una trama…

#2. Scemo e più scemo: Iniziò così…

Non sfidate la perfezione! La persona che ha pensato ad un prequel di Scemo e più scemo dovrebbe lavorare come addetto alle patatine fritte in un McDrive nel mezzo del Nebraska. Come potevano due illustri sconosciuti (Derek Richardson e Eric Christian Olsen) riprodurre la performance comica di due attori giganteschi, prestati alla commedia demenziale? Cosa vuoi ottenere? Una lagna, irritante e assolutamente NON-Divertente

Un solo dato è certo, non si può fare un sequel di un film di Jim Carrey, senza Jim Carrey.

#1. Batman e Robin

https://i0.wp.com/api.ning.com/files/OSKL5v834Ic*JecHB9DBkw5fkn4QjvRnpNh1lRtdI7*Op8Xn3al-M3TBWvgH-bvhyZ5qdlhfh9oRvnLLVR89e5LUd8Oler18/BatmanRobinClooney_l.jpgGeorge Clooney potrebbe candidarsi come presidente del consiglio, o presidente degli USA, e la gente non batterebbe ciglio, ma non si può, non si può in nessun modo, indossare un costume da Batman con i capezzoli senza incorrere nelle ire dei fan e nel tentativo di distruzione di uno dei supereroi più importanti della storia del fumetto. Schumacher prova (Grazie a Dio, e a Christopher Nolan, senza successo) ad uccidere la storia di Batman sul grande schermo con un film assurdo, un cast stellare: Clooney appunto, la Thurman, Il governatore della California, l’allora strafamosa Alicia Silverstone, Chris O’Donnell, un risultato da film di Uwe Boll. Largo al Merchandise e al secondo regista più sopravvalutato della storia di Hollywood.

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5) Susan Backlinie in “Lo Squalo” (1975)

Un nome che forse non vi sarà particolarmente familiare, quello della stuntwoman Susan Backlinie, chi sarebbe costei? La prima vittima, nuda, in notturna, del primo capitolo de lo Squalo, ovvio no? L’importanza della Backlinie è testimoniata dalla sua presenza in locandina, mentre nuota tranquilla inconsapevole del terrore che si cela al di sotto di lei: Nessun barbuto Richard Dreyfuss, nessun Roy Scheider o Robert Shaw…. Solo una ragazzetta nuda…

4) Kari Wuhrer in “Anaconda” (1997)

La sua ultima, vana, possibilità di fama mainstream prima di sprofondare nel mare magnum degli show notturni in topless dei canali via cavo Americani. Kari Wuhrer abbandona I sogni di gloria con un’apparizione, al fianco di Jennifer Lopez, Owen Wilson e Ice Cube nel capolavoro “Anaconda.”

La sua scena sexy di morte è una collaborazione artistica con un certo Jon Voight, che la soffoca a morte con una mossa di karate (Tipico dell’agilissimo John!) prima di gettare il suo corpo senza vita nel fiume (Dove vive, placido e beato, l’anaconda del titolo). Dopo quest’apparizione in un capolavoro dedicato ad un serpente gigante, argomento attualissimo e amato dalla critica, la Wuhrer non apparirà mai più sullo schermo con qualcuno più famoso di David Arquette, combattendo la sua battaglia nel mondo degli C-Movies.

3) Salma Hayek in “Dal tramonto all’alba” (1996)

Al contrario dei suoi personaggi successivi, più avvezzi alla parola, come in “Fools Rush In” e “Frida,” Per Salmuccia il ruolo di Santanico Pandemonium in “Dal tramonto all’alba” fu straordinariamente adatto allo scopo:

La Hayek balla in modo seducente in un minuscolo bikini per qualche minuto con un serpente abbarbicato addosso, si trasforma in un vampire e nel giro di pochi secondi riceve una pallottola in faccia da George Clooney, semplice, lineare ed efficace.

2) Sandahl Bergman in “Conan il Barbaro” (1982)

Ripensando fra sè e sè ad un grande classico come “Conan il Barbaro”, in genere si ricordano solo 2 cose: primo, la scena in cui l’attuale governatore della California e la sua compagna statuaria (La Bergman, appunto) fanno a pezzi tutti i partecipanti ad un’interessantissima orgia cannibalistica, avanzando nella stanza a colpi di spada, secondo la scena in cui Valerie mure fra le nerborute braccia di Arnold dopo esser stata colpita a morte da  una freccia-serpente. (Conan è un capolavoro, non ci sono cazzi…)

Ripensando alle logiche cinematografiche non c’era possibilità per lei di sopravvivere dopo essersi mostrata nuda e aver fatto sesso con il protagonista…

P.S. purtroppo la scena tratta da youtube è tagliata prima della triste dipartita della Bergman

1) Janet Leigh in “Psycho” (1960)

Nel 1960 non era cosa commune andare al cinema ed assistere ad un omicidio, da parte di un travestito (Ommioddio! Spoiler!!) di una splendida donna nuda in una doccia. Almeno non fino all’avvento delle Grindhouse e della loro programmazione creativa. Forse non sarà la scena più sexy della storia del cinema, per gli standard dell’epoca e l’impatto sugli spettatori si guadagna senza fatica il primo posto. Seminale.

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